Precipitevolissimevolmente e le sue lunghe sorelle

(originariamente pubblicato qui)

La maggior parte delle parole italiane hanno un numero di lettere compreso fra 7 e 12. Ma le parole con più di 20 lettere sono un centinaio (molte di più considerando le forme flesse). Oggi parliamo di… dimensioni, limitandoci però a quelle delle parole presenti sui vocabolari.

26 lettere e 11 sillabe. Soprattutto questo secondo numero ha decretato il successo di quella che la maggior parte degli italiani riconoscono come la parola più lunga: precipitevolissimevolmente. È un endecasillabo, usato per la prima volta in una poesia pubblicata nel XVIII secolo. In effetti, per circa 300 anni è stata la parola più lunga della lingua italiana, ma di recente il suo primato è stato battuto per 4 lettere (e 2 sillabe) da psiconeuroendocrinoimmunologia (quasi sempre abbreviata in PNEI) ma di cui non mi sentirei di consigliare l’uso se non in contesti ben definiti, nei quali, posso supporre, ben pochi di noi si trovano quotidianamente.

Nei secoli la lunghezza delle parole italiane è cresciuta. Una delle ragioni è l’aumento delle parole composte. In effetti, aggiungendo prefissi come iper-, proto-, neo-, anti-, para-, pseudo- eccetera, o suffissi come -one, -accio, -trice, o addirittura -izzazione, che ci vuole ad arrivare a parole come pseudoprotoiperanticommercializzatrice? Che poi significhi qualcosa, però, resta da vedere.

L’ottimo Maurizio Codogno (che di solito si occupa di matematica, rendendola interessante persino per una arithmofoba – o, per dirlo alla latina, numerofoba – come me), ci informa che il dizionario De Mauro indica come più lunga la parola irriflessivamentissimamente (27 lettere) e si chiede – e io con lui – a chi o cosa possa servire l’avverbio di un superlativo di un avverbio. Io finora non ne ho sentito il bisogno, e voi?

Ma fra le parole lunghe ce ne sono alcune di uso più comune: internazionalizzazione, ad esempio, ha 22 lettere, ed è facile trovarla sui giornali. Anche le forme coniugate dei verbi lunghi, specie la terza persona plurale del condizionale presente (con desinenze –arebbero, –erebbero e –irebbero, come per spersonalizzerebbero, che ha 20 lettere) vincono facile in una ipotetica gara di lunghezza.

Naturalmente, per i cultori del genere, c’è un solo campione: la famigerata “Megaditta” ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica (42 lettere) in cui lavora il Fantozzi rag. Ugo. Ma, per non fare pubblicità, non la consideriamo in concorso.

Fonti:

http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/24/parola_piu_lunga_lettere_ce_0_0109241882.shtml

http://xmau.com/notiziole/arch/201307/008528.html

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