(inizialmente pubblicato qui)
Il poco ottimistico proverbio che dà il titolo a questo articolo ci dice che non si può modificare la propria natura, che se abbiamo una certa personalità non possiamo – né possono farcela – cambiare.
Mi sono sempre piaciuti i termini geometrici e matematici (molto più della geometria e della matematica in sé che, a causa del difficile rapporto con i numeri che ho fin da piccola, non sono mai riuscita mio malgrado ad apprezzare). Il linguaggio comune ha adottato molte parole prese in prestito da queste discipline e le usiamo senza quasi far caso alla loro origine. Il proverbio nel titolo ne è un esempio.
Restando al quadrato, come aggettivo ha di solito un significato positivo, robusto, solido o equilibrato: se una persona viene definita “quadrata” è perché è affidabile e assennata. L’eccezione (perché in italiano un’eccezione vien sempre fuori) è il riferimento alla reale forma del corpo, dato che un fisico basso e tarchiato a volte è detto, appunto, quadrato.
Per difendere qualcuno – in senso letterale o figurato – possiamo “fare quadrato intorno a lui (o lei)”, modo di dire chiaramente derivato dalla terminologia militare, mentre per esagerare l’entità di qualcosa possiamo usare le potenze: “al quadrato”, “al cubo” e “all’ennesima potenza” sono espressioni che anche chi ha dimenticato le nozioni scolastiche di matematica usa senza problemi. Dopo tutto, “scemo al cubo” è sempre stato il mio insulto preferito per mio fratello (detto con tanto affetto, sia chiaro!).
E se la “quadratura del cerchio” è il tentativo di trovare una soluzione irrealizzabile, il triangolo cantato da Renato Zero è la rappresentazione del ménage à trois (considerando valida la definizione di David Riondino: “La coppia è un insieme di tre persone di cui una momentaneamente assente”): equilibri impossibili da raggiungere o da mantenere, insomma.
A proposito di angoli: usiamo “acuto” e “ottuso” (che indicano un angolo rispettivamente minore e maggiore di 90°) per definire l’intelligenza delle persone. È acuta una persona perspicace, arguta, vivace; è ottuso invece chi è stupido, poco intelligente, lento a capire. E dato che nel mezzo c’è l’angolo “retto”, è retta una persona onesta e leale (connotazione più morale che intellettuale).
Restando alla morale, Eugène Ionesco ha scritto: “Prendi un cerchio perfetto, se lo accarezzi avrai un circolo vizioso”. Infatti il cerchio (o tondo o circolo che dir si voglia) può avere anche lui una connotazione morale. Di circoli viziosi e virtuosi è pieno il mondo, non siete d’accordo?
E per finire, un’ultima nota lessicale sui numeri: sapevate che “pari” e “dispari” sono fra le pochissime parole italiane invariabili che finiscono per -i? Sì, usati come aggettivi e sostantivi (e anche come avverbi, ma quelli come sapete sono invariabili per definizione) non cambiano per genere né per numero. Un pensiero di meno per gli studenti di italiano alle prese con le concordanze.
E voi, care lettrici e cari lettori, nelle vostre lingue native avete espressioni, modi di dire e proverbi che abbiano a che fare con la matematica o la geometria? Scrivetecelo nei commenti (con la traduzione italiana, per favore) e condivideteli con noi. In fondo, gli esami (soprattutto di matematica) non finiscono mai!
PS: esistono moltissimi proverbi con i numeri. Ne elenco qualcuno qui sotto, ma sentitevi liberi di commentare aggiungendone degli altri.